Caro WiFi cosa faremmo senza di te ?
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Wi-Fi o WiFi è una tecnologia per reti locali senza fili (vedi wireless e WLAN) che utilizza dispositivi basati sugli standard IEEE 802.11. Wi-Fi è anche un marchio di Wi-Fi Alliance, la quale consente l’uso del termine Wi-Fi Certified ai soli prodotti che completano con successo i test di certificazione di interoperabilità.[1]
I dispositivi che possono utilizzare la tecnologia Wi-Fi includono personal computer, console per videogiochi, smartphone e tablet, fotocamere digitali, smart TV, lettori audio digitali e stampanti moderne.
I dispositivi compatibili Wi-Fi possono connettersi a Internet tramite una WLAN e un punto di accesso wireless (access point). Con la tecnologia disponibile al 2017, un access point (o un hotspot) all’interno di un edificio può avere una portata di circa 20 metri (il segnale ad onde radio è attenuato dai muri), mentre all’esterno può coprire un’area di circa 100 metri e, usando più punti di accesso sovrapposti, anche di diversi chilometri quadrati.
I livelli dei campi elettromagnetici dei dispositivi Wi-Fi sono più bassi dei telefoni cellulari, poiché il segnale emesso è tipicamente di 100 milliwatt, sia dei router sia delle schede di rete dei computer; quindi le radiazioni sono al di sotto di quelle considerate “pericolose”. Sulla base degli studi finora effettuati, l’Health Protection Agency britannica non vede alcun motivo per cui il Wi-Fi non dovrebbe continuare a essere utilizzato. Esistono inchieste, tra cui quella di BBC Panorama,[4] che investigano sulle accuse di alcuni scienziati secondo i quali lo smog elettromagnetico potrebbe provocare, a lungo termine, danni alla salute; in particolare, va notato che le frequenze del Wi-Fi sono le medesime (seppur con potenze decisamente inferiori) usate dai forni a microonde e che permettono la cottura del cibo (2,45 GHz).
La trasmissione di Rai 3 Report, l’11 maggio 2008 ha riproposto l’inchiesta BBC e ha documentato gli allarmi, specialmente in relazione ai danni che si possono creare a bambini e a persone elettrosensibili, che chiedono a molte istituzioni nel mondo di impedire l’installazione di reti Wi-Fi nelle scuole o negli asili. Secondo alcuni,[5] durante questa inchiesta non sarebbero stati forniti dati numerici precisi e dettagli tecnici. La maggior parte dei tecnici interpellati avrebbe dato risposte allarmistiche; l’unico che invece ha fornito una versione tranquillizzante in materia sarebbe stato tacciato di connivenza con le aziende del settore, avendo in effetti lavorato per alcune di esse. Template:Citazione inesistente Tuttavia, benché non fossero forniti dati assoluti, è stato evidenziato come negli ambienti chiusi le emissioni del Wi-Fi fossero molto superiori a quelli della telefonia mobile: va infatti ricordato che le bande radio attualmente utilizzate nel sistema UMTS hanno frequenze molto vicine a quelle del Wi-Fi (vedi bande del sistema UMTS).
Il governo tedesco nel 2007 ha deciso di informare i cittadini tedeschi dei possibili rischi per la salute causati dall’eccessiva esposizione alle radiazioni Wi-Fi. Il portavoce del governo tedesco ha dichiarato «Non dimentichiamo che il Wi-Fi è una tecnologia relativamente nuova, ancora da sviluppare. Mentre i punti caldi (hot-spot) pubblici hanno livelli ridotti di radiazioni, all’interno di ambienti domestici o di lavoro si può facilmente raggiungere una soglia critica».[senza fonte][6]
Il Parlamento europeo il 2 aprile 2009 ha votato una risoluzione sulle “Preoccupazioni per la salute connesse ai campi elettromagnetici”[7], riconoscendo che talune conoscenze sono ormai unanimemente condivise, ad esempio quelle che riguardano il carattere individuale delle reazioni all’esposizione, la necessità di effettuare test di esposizione per valutare gli effetti non termici associati alle radiofrequenze, la particolare vulnerabilità dei bambini in caso di esposizione, ed esorta a tenere conto, nelle scelte, del potenziale impatto sulla salute della radiazione elettromagnetica, considerato anche che alcuni studi hanno evidenziato gli effetti più dannosi ai livelli più bassi.[La risoluzione parla di campi generici, non di Wi-Fi]
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, ritiene che circa il 3% della popolazione dei paesi occidentali denuncia i sintomi dell’elettrosensibilità: emicranie, sudorazione, tachicardia, vertigini e stanchezza, ma anche disturbi del sonno, del comportamento, dell’attenzione, ansia, perdita della memoria e stati depressivi. Il 27 maggio 2011 il comunicato dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, IARC, colloca i campi elettromagnetici a radiofrequenza, microonde, Wi-Fi e cellulari, tra i fattori potenzialmente cancerogeni.[senza fonte] Alcuni eurodeputati, vista la stretta correlazione tra esposizione ai campi elettromagnetici e forme diverse di patologie, tra cui tumorali, dimostrati dai recenti studi epidemiologici,[senza fonte] hanno chiesto formalmente alla Commissione Europea che la più larga applicazione del principio di precauzione, già unanimemente condiviso, venga sostituito dal principio di prevenzione.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Wi-Fi
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